L’inverno è qui anche se solo per poche ore. Dopo un sabato di tempesta la domenica si preannuncia tersa e gelida, ma non così freddo da ver ghiacciato la cascata del Doccione. Almeno lo spero.
Sono le 8 del mattino e mi incammino verso la cascata, so già che l’acqua c’è, sento il suo rumore rigoglioso mentre turbina tra le rocce. Il freddo, amico fedele, è pungente. Pensavo di trovare più neve, ma bene anche così. Come sempre non c’è nessuno, almeno per il momento. Il modo migliore per godersi l’ambiente. Pochi fronzoli e tanta essenzialità.
Solo un mese fa, in pieno autunno, la cascata era un triste rigagnolo, oggi è un tripudio di ghiaccio, neve ed acqua. Lo stesso elemento in 3 forme diverse, pare una poesia.
Scatto qualche immagine poi comincio a risalire il bosco, impresa non facile per via della neve particolarmente farinosa, ma nonostante questo guadagno il pulpito della cascata. Il sentiero spiana ed il bosco si apre di fronte a me in tutto il suo splendore. Sono venuto fin quassù perché ho un’immagine nella mente vista un mese fa quando il sole, bucando il denso fogliame autunnale, illuminava il bosco di colori irreali. La curiosità di vederlo con la neve è tanta.
Lentamente vedo la luce illuminare le vette dietro di me, non so quanto manca ancora prima che raggiunga il bosco, spero che lo faccia e spero lo faccia prima che mi si congelino i piedi.
Finalmente il sole sbuca attraverso gli alberi ed illumina con un flebile raggio l’acqua che scende lungo il ruscello verso la cascata. Click.
Il bosco si illumina molto velocemente lasciando quel tipico colore blu invernale per un bianco sfavillante. Sempre il giorno e la notte. Ho bisogno di muovermi e comincio a scendere di nuovo verso la base della cascata, la luce è finalmente cambiata, voglio fare un paio di immagini che grazie alla portata d’acqua dovrebbero essere particolarmente interessanti.
Il tempo è tiranno e le voci nel bosco si fanno sempre più frequenti. Ormai non sono più solo è ora di rientrare.
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